Le parole magiche

Scusa… Grazie… Ti amo

L’amore non esiste in sé: esistono parole d’amore, gesti d’amore e scelte d’amore.

Questo mi diceva uno dei miei maestri nel mio percorso di formazione come psicoterapeuta. Ricordo che non ero molto d’accordo, anzi ero in disappunto, come molte, se non tutte, le giovani donne innamorate dell’amore e con un’idealizzazione romantica dello stesso.

Esistono solo parole d’amore, gesti d’amore e scelte d’amore.

E servono tutte e tre queste cose ma mi pare che le parole siano date per scontate più di tutto il resto.

Scusa… Grazie… Ti amo

Sono davvero parole che fanno magie e sono realmente le parole dell’amore: perché trasformano magicamente in realtà percepita, il sentimento che provo e che se non manifesto resta invisibile e non condiviso. E spesso frainteso. E da qui si può andare solo peggiorando.

Addirittura, Papa Francesco disse tempo fa che ci sono alcune parole preziose che fanno funzionare bene le relazioni, e intendeva più o meno le stesse.

Ti amo

O anche ti voglio bene, ma può pure tradursi in ti stimo, sono fier* di te, mi piace il tuo modo di pensare, adoro il modo in cui fai questo o quest’altro, sei speciale per me, sei importante, sei prezios, sei unic.

Somministrare senza limitazioni, tutti i giorni anche più volte al giorno. Nessuna controindicazione. Non creano dipendenza né forgiano adulti egoisti (semmai è vero l’esatto contrario).

Grazie

La parola magica per far capire all’altro che ciò che riceviamo non è scontato, che siamo consapevoli dei suoi sforzi e del suo impegno verso di noi, che ne siamo grati e riconoscenti e che non ne approfitteremo.

Siamo abituati a insegnare ai bambini a dire per favore, grazie, prego: poi crescendo ce lo dimentichiamo, o lo accantoniamo, ritenendo da deboli tali sdolcinature.

Ma non sono affatto sdolcinature né riguardi esagerati e non sono assolutamente segni di debolezza ma segni semmai di un’anima grande, presente, luminosa.

Scusa

La più rara, la più misconosciuta e negata tra le parole magiche. Può tradursi in un mi dispiace o ho sbagliato, ho esagerato, non volevo ferirti, fino a un eclatante perdonami.

Ognuno può concedersi il grado di profondità delle scuse che si sente ma sulla necessità di pronunciarla questa parola magica non c’è discussione.

Quando serve chiedere scusa… serve chieder scusa. Non è sostituibile con fare un regalo, o buttarla sullo scherzo o peggio passare oltre e nelle coppie non è interscambiabile con offrire una cena o fare sesso.

Si chiede scusa per bene, con dolcezza, guardandosi negli occhi e poi ben venga tutto il resto. Da piccoli si diceva “fare pace”: facciamo pace?

Perché in effetti chiedere scusa è un’azione, un atto comunicativo che neutralizza il conflitto ne ripulisce le scorie, resetta il campo della relazione e permette di andare oltre, prendendo però consapevolezza e responsabilità dell’accaduto.

Mi sono spesso chiesta perché a moltissime persone risulti così difficile – quasi impossibile – chiedere scusa, come Fonzie in Happy Days, che veniva colto da irrisolvibile balbuzie nell’atto di pronunciare un qualsiasi mi dispiace e se la cavava con un ridicolo “Hey” pollice su tra il giubilo generale. Che agghiacciante esempio.

Forse nel sentire collettivo chiedere perdono o ammettere uno sbaglio coincide con un crollo narcisistico dell’idea di sé, con un senso di fallimento e scatena la paura del rifiuto.

Ma la realtà è proprio il contrario: se ti mostri aperto e vulnerabile, lì davanti all’altro a cui tieni, con il tuo sbaglio accanto a te e chiedi scusa, ti posso assicurare che non verrai rifiutato ma sarai amato ancora di più. Verrai rifiutato al contrario se non ti mostri mai vulnerabile. A meno che tu non abbia a che fare con un* psicopatic* manipolatore (e allora i tuoi problemi sono altri).

Queste parole magiche sono per un partner, ma anche parole tra una mamma e un figlio, tra un figlio e una mamma, tra un insegnate e i suoi alunni, tra genitori stessi, ma anche tra amici, amanti, tra chi si vuole bene insomma.

Un padre che compra ogni sorta di regalo ai figli ma non pronuncia mai un ti voglio bene o sono fiero di te, non sta amando per bene la cosa più preziosa che ha.

Una coppia in cui non si dice ti amo spesso o sei prezios* per me, “perché tanto è ovvio siamo insieme da una vita”, non sta amando per bene.

Un’educazione fondata su saldi valori ma in cui i genitori non hanno mai chiesto scusa ai figli dopo una punizione data troppo facilmente, per uno scappellotto volato, o per una sgridata ingiusta data solo per stanchezza, è un’educazione che ha lasciato dei vuoti affettivi.

Un’amicizia che si basa sul supporto pratico ma non ha mai momenti di gratitudine e condivisione emotiva è una forma parziale di relazione.

E tu le usi le parole d’amore? Facci un pensierino perché sai è vero che l’amore non esiste in sé: esistono parole d’amore, gesti d’amore e scelte d’amore.

( articolo pubblicato per la prima volsta su https://www.meer.com/it/70021-le-parole-magiche)